Lo sport come filosofia di vita per il superamento dei limiti esistenziali

Lo sport come filosofia di vita: perché è da sempre considerato molto importante per il benessere di ogni individuo. Già nell’Antica Grecia era un’attività fondamentale per la vita quotidiana. Platone, infatti, nel terzo libro della Repubblica parla di come gli atleti dovevano fare un buon uso del cibo per prepararsi agli allenamenti e proprio la ginnastica serviva per rimanere in salute. Lo sport tutt’oggi rimane parte attiva della nostra vita, ma i nostri traguardi, le nostre aspirazioni non sempre vengono soddisfatte. Tutto consiste nel saper trovare la giusta motivazione, superando le paure ossia quei limiti che spesso l’esistenza ci pone davanti, così da scatenare un fuoco dentro di noi: quella famosa scintilla in grado di farci arrivare lontano.

Mirone, Discobolo, 455 a.C.

Se la famosa frase del filosofo Cartesio è “cogito ergo sum”, penso dunque sono, Nicoletta Romanazzi – mental coach, sporting coaching, top performance, trainer e facilitatrice di respiro – parla invece della sensazione di pensare e quindi a sua volta di sentire; perciò lei scrive, “penso dunque sento”. I nostri pensieri, infatti, possono essere così invadenti da buttarci a terra, ma anche così forti da farci credere l’impossibile. È forse questo il segreto di alcuni sportivi che nonostante le numerose difficoltà non hanno mai mollato?

Gli atleti paraolimpici sono l’esempio di forza più evidente, i loro limiti sono stati cancellati dalla forza di volontà che questi eroi dimostrano ogni giorno. Se le olimpiadi sono la più grande manifestazione esistente, le gare – anche quelle perse – sono fonte di lezione e voglia di lottare ancora maggiore. Nel libro di Stefano Massari (manager, copywriter e mental coach), ritroviamo numerosi sportivi che hanno dovuto affrontare numerose sfide. Un esempio è Matteo Berrettini che a causa di un problema al ginocchio è stato costretto a non giocare; ma la lezione che riceve da questo infortunio è quella di vivere pienamente ogni singolo attimo della vita quotidiana, quegli attimi che per varie vicissitudini non ha potuto vivere, poiché tutti noi corriamo e spesso ciò che ci manca è assaporare la semplicità della quotidianità, spesso sottovalutata.

Corriamo sempre, ma verso cosa? A volte sono i tempi morti a farci capire di cosa abbiamo veramente bisogno: Berrettini ricorda infatti che a volte crediamo di essere fermi, ma stiamo solo prendendo la rincorsa. Le rincorse, le corse degli atleti, che quest’estate ci hanno fatto sognare, come quella di Nadia Battocletti, medaglia d’argento nei 10000 metri. Ma si può anche perdere, come Pietro Mennea, campione olimpico, che vede la sua carriera finire e iniziare in pochissime ore, una sconfitta e una vittoria vicine che assomigliano molto alla metafora della farfalla, il bruco che muore e diventa farfalla. Così lo sport è una filosofia di vita, perché come la vita è una rinascita continua, è il luogo in cui ci scontriamo con i nostri limiti (dal latino limes): ma questi limiti esistono realmente o sono solo un’illusione, come le ombre della caverna di Platone?

R. Delaunay, Corridori, 1924

Secondo il filosofo esistenzialista Jaspers, ci sono alcune situazioni dette “situazioni-limite”, che ritroviamo nell’esistenza, per esempio il tempo che passa; queste situazioni non possono essere cambiate e a volte non sono del tutto comprensibili; l’essere umano secondo Jaspers per andare oltre queste situazioni-limite, può solamente avvalersi dello scacco, ossia “simbolo supremo, la cifra che meglio simboleggia e descrive la trascendenza e la necessità dell’essere” (Abbagnano, 2012, p. 55). Dato che l’esistenzialismo si basa sulla scelta, sulla possibilità, esso genera attesa o sentimenti di paura, la stessa che provano molti sportivi prima di iniziare un match, saranno forse queste sensazioni che tendono a fermarci, a limitarci in ciò che vorremmo fare? Il rischio si collega alla scelta e quindi a una vastità di possibilità che l’uomo si trova di fronte, ma se gli sportivi non affrontassero le gare più insidiose o non ci sarebbe “l’attesa” che genera adrenalina e le possibilità di fallire, questi limiti sarebbero un ostacolo, nessuno vorrebbe più gareggiare. Quando si dice “il coraggio non è l’assenza della paura”, è difatti la paura stessa che fa venire coraggio, due sentimenti apparentemente opposti ma in realtà due facce della stessa medaglia.

Va anche detto che grazie a questi eventi sportivi le popolazioni si uniscono, i limiti qui intesi come confini, ossia separazione tra un essere ed un altro, metaforicamente si assottigliano, ed è bello osservare come lo sport unisca grandi e piccoli di tutte le nazionalità, tutti concentrati a tifare la propria squadra o il proprio beniamino, tutti che con occhi sbarrati seguono la traiettoria della palla che per poco non entra in porta, pronti già a saltare ed abbracciarsi con gli amici, con i parenti, con gente del tutto sconosciuta, ma con cui si ha un “qualcosa” da condividere, una passione per la propria gente, i propri colori. Tutto diventa sinonimo di festa: le piazze vengono abbellite con grandi schermi, le luci, le bandiere che sventolano sui balconi creano una grande unione e magia, quella magia che solo in quelle notti si respira.

Sport come filosofia di vita perché lo sportivo e il filosofo hanno in comune la determinazione nell’affrontare le sfide. Nel caso dello sportivo si parla di competizioni e quindi di rispetto delle regole sportive, degli avversari, attitudine a eseguire determinati comportamenti; il filosofo invece è determinato ad avere una morale, saper affrontare le varie sfide che il quotidiano gli presenta. Difatti, se le olimpiadi sono nate nell’antica Grecia, è perché i filosofi per primi sono l’esempio di come una mente sana sia fondamentale per lo stato fisico del corpo. Come si dice: “mens sana in corpore sano”.

Riferimenti bibliografici:

  • Vegetti, Mario. 2007. La Repubblica di Platone. Milano: BUR Rizzoli.
  • Emanuele, Pietro. 2001. Cogito Ergo Sum- breve storia della filosofia attraverso i detti filosofici. Milano: Salani.
  • Romanazzi, Nicoletta. 2023. La Sfida delle Emozioni- il successo non è solo una questione di testa ma anche di cuore. Milano: Longanesi.
  • Massari, Stefano. 2023. O vinci o impari – come lo sport aiuta a diventare persone migliori. Milano: Solferino.
  • Abbagnano, Nicola. Fornero, Giovanni. 2012. Filosofia- la ricerca del pensiero. Milano-Torino: Paravia.
Author profile
Giulia Arabia

Nata a Siracusa nel 1998. Dottoressa in Filosofia e studentessa in Scienze Filosofiche presso l'Università di Catania. La scrittura per me è composta da emozioni, vita, parole che si intrecciano e diventano un tutt'uno. Oltre la scrittura, mi piace lo sport, penso che scrivere sia come un allenamento continuo all'apertura di noi stessi verso il mondo.

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